Sono Carletto Meconi e voglio raccontare la mia esperienza non per suscitare pietà, ma per denunciare una realtà che temo sia ancora viva oggi. Io non sono mai stato un ragazzo “problematico”, ma sono stato usato dalla scuola per giustificare la presenza di_insegnanti di_sostegno che non mi servivano. Questo ha significato isolamento, difficoltà inutili e, alla fine, l’abbandono scolastico. Tutto ciò non per il mio bene, ma per un chiaro interesse economico.
Non è una guerra contro la figura dell’insegnante di_sostegno
Voglio essere chiaro: l’insegnante sostegno è una figura fondamentale nella scuola italiana. È indispensabile per chi ha reali difficoltà e deve rappresentare un supporto prezioso per garantire inclusione e apprendimento.
La mia denuncia non è contro questa figura, ma contro chi la ricopre in modo illegittimo, senza averne i requisiti e senza che ci siano le condizioni per l’assegnazione. Persone che, invece di_aiutare gli studenti, finiscono per creare loro problemi, trasformando un diritto in un’occasione di_lucro.
La mia esperienza
Negli anni ’90 mi sono trovato ad avere accanto insegnanti di_sostegno senza alcun certificato medico e senza alcuna richiesta dei miei genitori. Queste persone, presentate come “di_sostegno”, spesso si comportavano da ostacoli e in certi casi addirittura da bulli.
Solo molti anni dopo ho scoperto come funziona davvero il procedimento: serve una diagnosi medica, serve la richiesta formale dei genitori, e ogni anno va verificata la situazione. Nel mio caso non è mai stato fatto nulla di_tutto questo.
La mia ricerca verità
- Il 15 agosto 2024 ho inviato la prima PEC all’Istituto Comprensivo “Ernesto Monaci” di_Soriano nel Cimino.
- Il 23 settembre 2024 ho inviato una seconda PEC, seguita da solleciti telefonici.
- Dopo mesi di_silenzi, la scuola mi ha inviato solo la pagella di_quinta elementare, una scheda di_religione e una relazione docenti. Nient’altro.
- L’8 gennaio 2025, la dirigente ha comunicato all’USR Lazio che non esistono ulteriori documenti e che forse gli archivi sono andati persi.
Ho contattato anche l’Istituto Superiore “Francesco Orioli” di_Viterbo, ma non ho mai avuto risposta.
Ho scritto al Ministero dell’Istruzione, all’Ufficio scolastico provinciale e regionale: silenzio.
Infine, il 3 settembre 2025 ho chiesto un appuntamento diretto con la direttrice dell’USR Lazio, dott.ssa Anna Paola Sabatini. Nessun riscontro.
La risposta dell’istituto
La comunicazione della dirigente del Monaci non dimostra affatto la correttezza della scuola. Dire che gli atti non esistono o che si sono persi non giustifica nulla: la scuola era ed è obbligata a conservarli.
Anzi, questa assenza è la prova più evidente che la mia assegnazione a insegnante di_sostegno è stata fatta in modo irregolare.
Se fosse stato tutto regolare, oggi ci sarebbero i documenti. E invece non ci sono.
Perché è grave
È grave perché il silenzio è complice.
È grave perché ancora oggi può accadere che studenti “problematici” vengano maltrattati, isolati, ignorati.
È grave perché chi ha bisogno di_aiuto può essere lasciato solo.
È grave perché la scuola dovrebbe essere il luogo dove si cresce, non dove si viene traditi.
La mia posizione
Non scrivo queste righe come vittima, ma come cittadino. Come persona che chiede chiarezza in un sistema che ha lucrato sulla pelle degli studenti. Dove il sostegno è diventato una farsa, utile ad arricchire alcuni e a danneggiare altri.

